perchè è successo proprio a me

Molti anni fa una zia dolce e preoccupata accompagnò da me la giovane nipote, una ragazza di circa 16 anni, che aveva dovuto fuggire dal suo paese per trasferirsi da lei, dopo essere stata a lungo vittima del suo ex-ragazzo, diventato un vero e proprio “stalker”.

Mentre piangeva, raccontandomi quanto fosse disperata per aver dovuto lasciare i genitori, i fratelli, le amiche, la sua classe e la scuola che frequentava, la ragazzina mi disse: “Non capisco, lui è ancora lì che si diverte con i suoi amici, perché sono stata io a dovermene andare, perché è toccato a me?”.

La verità è che era lei la più forte dei due; lei era in grado di sopportare quella disperazione, lui no.

Andarsene richiede coraggio, un coraggio molto più grande di quello che ci vuole a rimanere ed a continuare ad essere vittima.

In questi anni fanno sempre più notizia le vittime di storie che si basano su un concetto malato e distorto dell’amore, e sull’incapacità di accettare le cose per quello che sono ed andarsene per la propria strada.

Per scelta non scrivo mai di vicende terribili, perché voglio raccontare di come possiamo fare a migliorare il mondo, piuttosto che guardare a quello che non va. E quindi pongo l’accento sul coraggio che richiede sganciarsi da certe situazioni, perché sappiamo bene che c’è chi riesce a metterlo in atto e chi no.

Mi è tornata in mente nei giorni scorsi quella ragazzina, e la sua domanda: “Perché è toccato a me?”, che così tante volte ci siamo posti nella vita.

Nei percorsi di crescita personale e spirituale si dice sempre – ed anche io ne scrivo – che, ad un certo punto, bisogna dis-identificarsi dal proprio personaggio e dalla propria storia, per sganciarsene e vivere in modo più reale e “presente”.

Ritengo che questo sia vero e che, per poterci riuscire, la nostra mente deve prima comprendere e darsi una spiegazione di quello che è avvenuto, aumentando la propria consapevolezza e la comprensione dei propri “processi” inconsci e di come si siano formati.

Malgrado le splendide idee che il nostro personaggio non esiste, e che l’altro non esiste, e che siamo tutti Uno, se queste rimangono solo delle belle idee senza venire sperimentate nel corpo ed in dimensioni che vanno al di là del corpo, rimangono solo cose che non abbiamo verificato. Alla prima delusione d’amore ricadremo nuovamente e rovinosamente nella nostra storia che si ripete, per scoprire che il nostro personaggio è ancora qui.

Oggi il mio approccio si è trasformato, infatti ho creato il mio Evolution Coaching, e sicuramente parlerei a quella ragazzina dell’Anima e del motivo per cui si è incarnata, e la aiuterei a vedere come certe situazioni di vita, ed i personaggi che ne sono coinvolti, sono solo degli strumenti forti e pressanti per spingerci ad uscire da certi sistemi e da schemi che ripetiamo da chissà quanti secoli, per impararne di nuovi e di più evoluti.

Per quanto riguarda me stessa, ho raggiunto la convinzione che solo nella dimensione dell’Anima e dell’eterno divenire possiamo trovare una spiegazione che soddisfi la mente; solo nel comprendere la necessità evolutiva delle Anime possiamo farci una ragione delle cose terribili che accadono e continuano ad accadere.

Ci sono persone che nell’esplorazione del proprio personaggio si perdono, e restano decenni nell’analisi e nella ripetizione dello schema, senza sapere come uscirne.

Dopo aver esplorato la profondità del nostro Essere, dopo aver conosciuto l’ombra e l’oscurità che ci appartiene, possiamo riemergere e guardare con una visuale ampia e consapevole a ciò che è avvenuto, e la certezza che ogni cosa è andata come doveva andare ci aiuta a dis-identificarci sempre di più da chi siamo stati, dal ruolo che abbiamo svolto a lungo.

Quando incontro le persone che mi conoscono da più di vent’anni – prima che iniziasse il mio “lavoro su me stessa” – le vedo sorridere o ridere quando racconto di me; a qualche amica chiedo di fare un’imitazione di com’ero e mi spancio dalle risate, e mi stupisco degli aneddoti e dei racconti, perché – davvero – non mi riconosco più e mi sembra che stiano parlando di un’estranea.

E, ancor di più, so di essere diversa da com’ero solo due anni fa, anche se la trasformazione adesso è molto più “sottile” e “raffinata” e la coglie solo chi tiene lo stesso passo.

Molti ritengono che la domanda “perché” ci porti fuori strada e ci faccia rimanere ancorati al passato; io credo che sia inevitabile e che, per mettere a tacere una mente che cerca sempre spiegazioni, una risposta dobbiamo darcela, prima o poi.

Solo con una mente acquietata e tranquilla possiamo accedere ad uno stato in cui ciò che è avvenuto non ha più importanza, poiché siamo nell’eterno e meraviglioso Presente.

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