corpoÈ da quasi un mese che il dolore alla schiena non mi abbandona. Ho fatto uno sforzo fisico, ma lui è iniziato dieci giorni dopo. I miei libri di Medicina Naturale dicono che quella zona della spina dorsale (Th5-Th6) corrisponde alla capacità di dire: “Tutto va bene”.  Ed accettare le cose come sono è esattamente la difficoltà che sto vivendo.

Mi è tutto molto chiaro; aver tolto un bello strato di corazza mi aiuta a vedere le solite dinamiche e gli schemi abituali in cui sarei ripiombata, ed il fatto di non esserne più schiava è già un gran bel risultato.

Ma rimane sempre questo divario tra la comprensione della mente, ed il corpo che ancora rivive le sue ferite. Un distacco, anche se breve, lui lo percepisce ancora come un abbandono; la mancanza di contatto per lui è comunque dolorosa.

So bene che attraversare il dolore è la via maestra, che  conduce al suo superamento, quindi ascolto, respiro, e cerco di dare al corpo ciò che ha bisogno…

Dobbiamo tutti morire, ma morire più consapevoli è un’altra cosa.

Vent’anni fa, quando tutto ciò che riguardava la spiritualità lo avevo appreso dalla religione cattolica, rigettavo l’idea della reincarnazione, anche se questa idea di vivere aspettando di andare in Paradiso era del tutto insoddisfacente.
Ora, dopo tanto cammino e tante esperienze che mi hanno introdotta alla Spiritualità vera, quella che mette in contatto con Qualcosa di più grande di noi, di cui siamo parte ed espressione fisica, so che esiste una multidimensionalita’ di cui facciamo parte, che ce ne rendiamo conto o no.

Ho ricevuto ricordi che non fanno parte di questa vita, in cui vivevo in un altro corpo, in un altro luogo, in un’altra epoca. Ero selvaggia e primitiva, ed il mio corpo si esprimeva come non ho mai fatto. Ecco perché so che quello che ho rivissuto non è qualcosa che riguardi questa esistenza.
E adesso è come se quella Donna mi stesse chiamando, per ricordarmi chi sono davvero.

Tanto studiare, tanto leggere, tanto impegno per cercare di capire, per arrivare, infine, a questa percezione istintiva, all’intuito profondo, alle sensazioni del corpo, che dicono tutto.
E questa Donna Selvaggia che vive al mio interno, che ricorda bene tutto ciò che ora non è consentito, quando ci si poteva esprimere e sfogare danzando con ritmo sfrenato attorno al fuoco, quando la rabbia ed il dolore potevano uscire con urla furiose, quando l’Amore e la Passione erano parte fondamentale del quotidiano…

La mia integrazione con Lei è inevitabile, oltre che necessaria, per azzittire finalmente il mio corpo, ma è soprattutto la sfida a cui sono chiamata in questi anni che restano da vivere.
Una Donna Selvaggia del ventunesimo secolo, che possa vivere Qui quello che sa essere Vero per lei, e possa testimoniare che è possibile, oltre che indispensabile, essere davvero Se Stessi.

E che quello che siamo è la somma di molte Vite, che ora premono per manifestarsi in questa parte di realtà…

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