Image Ieri ho trascorso alcune ore nella sala d’aspetto di un Pronto Soccorso, dove avevo accompagnato un familiare. L’attesa è stata lunga e mi ha dato modo di osservare chi era lì con me, per fortuna nessun grave infortunio, ma donne e uomini che erano caduti e si erano fatti male, o avevano dolori al rene o a qualche altra zona del corpo, e cose di questo genere.

Dopo essere stati visitati o magari fasciati o ingessati, tornavano lì e restavano ancora in attesa di chiudere la pratica.

Una signora si è lamentata del fatto che il dolore di cui soffriva da alcuni mesi si era improvvisamente acuito, malgrado tutti gli antidolorifici di cui si era imbottita per poter tornare a lavorare. “Posso stare a casa al massimo due giorni, ma al terzo devo andare, altrimenti impazzisco, non posso star ferma!” Aveva provato diversi tipi di farmaci, resistendo il più possibile, finchè non era rimasta pressochè immobile e costretta a venire lì.

Un’altra, già con la gamba fasciata e claudicante, si è allarmata quando ha visto i quindici giorni di riposo prescritti sul foglio rilasciatole dal personale sanitario. “Tra tre giorni al massimo devo tornare al lavoro, non se ne parla neanche!”

ll fatto che il suo arto avesse bisogno di tempo e riposo per poter riprendere la sua funzionalità non l’ha neppure sfiorata.

Si sentono tante lamentele sulla quantità di persone che non hanno voglia di lavorare ma, forse, ci dimentichiamo di quanti si sfianchino tutti i giorni in attività frenetiche, senza darsi mai un attimo di tregua.

Viene proprio da pensare alla gabbia con il criceto dentro, che passa le sue giornate a correre facendo girare la sua ruota, non potendo fare altro.

La maggior parte delle persone ancora non ha mai sentito parlare del fatto che ogni sintomo ci comunica un messaggio del nostro corpo o, meglio ancora, del nostro inconscio, che vuole farci capire che qualcosa non sta andando nel verso giusto e che sarebbe bene porsi almeno due domande:

-Cosa mi impedisce di fare questo sintomo?

-Cosa mi costringe a fare?

Su tale “ignoranza” si basa la fortuna delle case farmaceutiche che, fornendo antidolorifici, antidepressivi, analgesici, etc.,  permettono al criceto di correre senza posa, fino a quando, improvvisamente ed inaspettatamente, qualcosa si guasta in modo irreparabile.

A questo punto può iniziare il calvario di visite e cure varie, fino a quando lo strazio finisce.

In questo periodo la velocità del pianeta sta aumentando, così almeno dicono, e la pressione che i criceti subiscono è moltiplicata. Infatti la rabbia e lo scontento dilagano, ma l’unico modo in cui sembra possibile sfuggire all’evidenza è evitare di fermarsi.

Per fortuna molti sono quelli che hanno, in qualche modo, fermato la ruota e se ne stanno fuori della gabbia a guardare, consapevoli del fatto che un tipo diverso di vita è possibile, e che non è affatto vero che uscire dalla gabbia sia così pericoloso, anzi, il bello inizia proprio fuori…..

Se è vero che siamo esseri spirituali venuti su questa terra a compiere un’esperienza umana, sicuramente ci è stata data la possibilità di vivere in modo molto più appagante e, da qualche parte, abbiamo anche gli strumenti giusti per scendere dalla ruota e spalancare le porte, senza la paura di manifestare la nostra Luce, i nostri Talenti, ed il nostro vero potere…

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