il viaggio dell'anima    il viaggio dell'anima

Arrivare a Macchu Picchu richiede un impegno notevole: partiamo dal nostro albergo di Cuzco alle due di notte e vi faremo ritorno dopo 24 ore, alle due di notte del giorno successivo. Le giornate precedenti sono state intense, soprattutto emotivamente; ho ricevuto notizie sconcertanti, ho ascoltato persone raccontarmi qualcosa che mi ha scossa, proprio durante il tratto del viaggio più caratteristico, sul treno che porta da Ollantaytambo ad Aguacaliente.

Devo gestire tutto questo dentro di me, così come l’altitudine, il freddo, il sonno, lo stare nel gruppo…quando arriviamo ad Aguacaliente qualcosa non va per il verso giusto, chi dovrebbe aspettarci non c’è; siamo da soli, senza riferimenti, senza sapere cosa fare…e tutto questo dura un’ora abbondante. Alla fine veniamo raggiunti dagli organizzatori, e facciamo l’ultimo tratto, in pullman, per salire da Aguacaliente a Macchu Picchu.

macchu fila        macchu 6

Qualcosa scatta al mio interno: non posso stare ad ascoltare la guida che sciorina pedantemente informazioni in spagnolo, non posso stare al passo del gruppo che procede lentamente per aspettare chi fa fatica a salire e scendere le scale, con tutta quella meraviglia che mi circonda, con quel sole che abbaglia e fa scintillare l’erba verde, con quelle montagne che svettano sul cielo azzurro, con quella voce che mi chiama e mi spinge ad andare, per cercare chi mi sta chiamando…

E’ un attimo, ma è decisivo: allungo il passo e vado, senza voltarmi indietro. Cerco una roccia, che sia isolata, che mi permetta di guardare quello spettacolo dall’alto, che mi faccia ‘sentire’ ciò che mi circonda, per potermi collegare a quel Qualcosa che mi attrae sempre di più…

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Sono seduta sulla roccia, ho imparato ad ascoltare la sensazione profonda che scaturisce dal contatto con queste pietre, che stanno da migliaia di anni in questi luoghi carichi di energia potente e magica...una guardia passa a controllare cosa faccio li’ è chiacchieriamo un po’; lascio fluire il passaggio continuo di persone ed aspetto il momento giusto per alzarmi ed andare verso i templi dell’antica città…

Scendo, seguendo le scale ed il percorso consigliato, verso la piazza centrale del Luogo Sacro…non so cosa mi aspetta, non ho più la guida, ho abbandonato il gruppo, non guardo la cartina che ho con me…voglio sentire, percepire, andare verso ciò che mi chiama

Entro nella piazza in tempo per cogliere le parole di una guida che sta spiegando la Pietra Sacra: “Viene chiamata così perchè il suo profilo e’ uguale a quello della montagna Sacra che sta alle sue spalle.” La guardo, e mi accorgo che è vero. In questo punto passano i lama, quasi richiamati da qualcosa, non so se percepiscono questa straordinaria energia che li spinge a strofinarsi sulla Pietra Sacra…

il viaggio dell'anima     il viaggio dell'anima
Giro dietro alla Pietra, che veniva toccata da migliaia di mani per poter percepire la sua forte carica magnetica, e mi trovo alle sue spalle. Davanti a me la Montagna Sacra e, prima ancora, un’altra montagna più bassa, completamente verde per la vegetazione che la ricopre. Più giù, appena prima del dirupo, la mia roccia mi attende. Poso lo zaino e mi siedo, occhi chiusi, gambe incrociate, mani aperte, rivolta verso l’abisso e le due montagne davanti a me, con la Pietra Sacra alle spalle.

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Poco dopo una sensazione potente mi scuote, la Montagna Sacra mi sta chiamando!

Apro gli occhi e guardo fisso davanti a me, nel verde della vegetazione c’è una fenditura, una roccia bianca, una grotta che sembra attrarre magneticamente il mio sguardo. Rimango lì, infiniti minuti ed istanti, sentendo quel richiamo, ascoltando il silenzio, guardando l’azzurro del cielo, il bianco delle nubi, il marrone scuro della montagna più alta ed il verde brillante di quella più bassa. E’ come se fossi sempre stata li’ ed è come se quello fosse il mio posto, preciso, nell’intero Universo. Intorno a me si è fatto silenzio, i pochi che passano si zittiscono per rispettare il mio stato, la folla di persone sembra perdersi in lontananza, mentre il tempo e lo spazio si dilatano. Dal dirupo sotto ai miei piedi arrivano gigantesche farfalle blu che mi passano ora a sinistra ora a destra del corpo. Nel cielo, tra la mia testa e la punta della montagna, inizia a volteggiare un falco. Seguo con lo sguardo i suoi giri, affascinata. Non li conto, ma la sua calma ripetizione in cerchio sembra un rito che celebra la mia presenza, al cospetto della Montagna Sacra, che sto onorando con la mia silenziosa meditazione.

Rimango lì, non so per quanto. Mi dico che mi accorgerò del momento in cui andare via quando ricomincerà il rumore attorno a me.

Poco dopo accade, un vociare che si avvicina, adulti e bambini che cercano dove fermarsi.
Saluto silenziosamente le due montagne che ho davanti, non vorrei staccarmi da loro e dall’ armonia dell’intesa nata tra noi. Mi alzo lentamente e, appena lo faccio, un lama che sta le mie spalle si dirige verso di me, guardandomi fisso negli occhi. E’ qualcosa tra lui e me, che non capisco, uno sguardo umano, consapevole, di chi ha scelto proprio me. Vede bene che non ho cibo da offrirgli, ma mi punta deciso, diretto, come se sapesse cosa sta facendo. Lo scanso, all’ultimo istante, non voglio toccarlo e lo lascio andare. Che strano, mi dico, sembra che mi abbia riconosciuta!

Continuo il mio giro salendo e scendendo i gradini di questa grande città. Arrivo nei punti più importanti, senza averlo previsto, senza rendermene conto…il Tempio del Sole, il Tempio del Condor..le montagne sono sempre li’, le seguo con lo sguardo in continuazione, le inquadro per fotografare…e’ un miracolo questo sole forte, quando qui è inverno, questo cielo azzurro e senza nubi…ascolto il richiamo, mi fermo quando ne sento la necessità, arrivano persone di un certo tipo e ne prendo nota mentalmente…niente sta accadendo per caso, mentre sono qui…

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Quando sento che è giunto il momento di andare mi dirigo all’uscita, senza voltarmi. Ciò per cui sono venuta si è già realizzato. Starò da sola per tutto il giorno, e sarà una prova per me e per il resto del gruppo, che ho lasciato alle mie spalle. Molte cose al mio interno richiedono attenzione, non posso condividere nulla, per ora, devo dedicarmi a me.

Altre prove mi attendono, nei giorni successivi, e non ho idea di quante e di che tipo saranno. Ma la Montagna Sacra mi ha chiamata per forgiarmi e donarmi tutto quello che mi serve per superarle. Lo scoprirò presto e ne sarà grata per il resto dei miei giorni.

il viaggio dell'anima(Continua…)

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