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LE TRAGEDIE DEL PATRIARCATO

Questa notte ho fatto davvero un brutto sogno. Mi sono svegliata, per cui lo ricordo bene.
E ora mi sto dicendo che sicuramente non è arrivato per caso, proprio la notte dell’11 settembre (ieri ho condiviso diverse foto di Salvador Allende) e dopo un’estate in cui sono dovuta tornare nel paese in cui è nato mio padre.
Mio padre che, per me, rappresenta il patriarcato (infatti lo chiamo “il patriarca”) .
La gamba destra mi ha fatto male per molti mesi durante i quali ho preso un’ulteriore distanza da lui (fisicamente, perché ho spostato il luogo in cui vivo), ma le sue condizioni di salute mi hanno costretta a tornare all’origine.

In questo sogno mio padre procedeva in mezzo alle persone a lunghe falcate (lo stesso passo a cui faticavo a star dietro da bambina) tenendo al guinzaglio una bambina piccola (la mia nipotina) mentre io lo rincorrevo urlando che la stava uccidendo, e afferravo il collare con la mano per permetterle di respirare…

Naturalmente mi sono svegliata, e ho iniziato a mettere insieme le cose che arrivavano alla mente a causa del sogno.

La prima cosa è stata la consapevolezza che il progetto di vita di mio padre è quello che ogni uomo persegue con tutte le sue forze, trascinando con sé il resto della famiglia, volente o nolente.

La stessa cosa è accaduta con l’uomo che ho sposato per sfuggire a quel guinzaglio, che, però, me lo ha fatto rivivere.

LA VISIONE DEL PATRIARCATO

Un progetto che rappresenta la funzione patriarcale maschile: mostrare al mondo il proprio valore, attraverso la conquista di molti beni materiali, che sono dimostrazione di potere. La donna e i bambini devono essere funzionali a questo progetto, devono lavorare duramente per guadagnare quello che serve all’uomo e contribuire alle sue conquiste.

In questa visione maschile, non ha alcuna importanza se la donna è d’accordo oppure no. Molto spesso lo diventa, perché sposando l’uomo sposa anche la visione del suo progetto. A volte non lo è, allora diventa una forza contraria, una nemica, comunque una che deve essere rimessa sulla retta via (quella che ha scelto quando si è innamorata di lui).
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Questa estate piena di violenza patriarcale e femminicidi ha messo sempre più in evidenza la necessità maschile di possedere la donna, trattata peggio che un oggetto. Quello che ho visto in molte famiglie formatesi decenni fa, però, non è solo questo.

In molti casi stare con la donna non è l’obbiettivo principale, quanto tenere insieme i beni materiali che la famiglia possiede. Una moglie che ha contribuito all’acquisto di varie proprietà ne può rivendicare una parte, se vuole separarsi. E questo non va bene, non corrisponde al progetto.

Nella frase “Ti ho dato tutto quello che hai voluto”, che mi è stata ripetuta infinite volte, non è mai stato preso in considerazione in fatto che io non volevo quel tipo di vita, e l’ho manifestato moltissime volte, senza essere mai stata presa in considerazione.

Anche questo fa parte dell’idea che non importa se lei dice NO, tu fallo lo stesso, tanto si sa che è quello che le donne vogliono.

Da questa modalità del patriarcato di conquista e desiderio di potere derivano tutte le guerre, le violenze, le uccisioni, i femminicidi.

La conquista di territori e nazioni, con uomini mandati a morire, donne, bambini e anziani violentati e trucidati, per la voglia di potere del folle di turno.

Non ha importanza che “not all men”. Lo sappiamo che non tutti gli uomini sono così, ma è diventato indispensabile e urgente che ogni uomo e ogni donna si renda conto che così è strutturata e concepita la società in cui viviamo. Non ha importanza se sei un uomo pacifico e non tolleri la violenza, se vivi in un paese in cui la sicurezza sul lavoro non conta rispetto al profitto, e poi ti trovi maciullato sui binari di un treno, o stritolata da una macchina industriale.

Il sistema patriarcale considera carne da macello sia uomini che donne, ed è ora di comprendere fino in fondo cosa questo comporta.

I bambini sono le vittime più colpite da tutta questa inconsapevolezza, trascinati in una folle corsa senza motivo.
I giovani ricevono ovunque (in casa e dai media) esempi di odio, violenza, onnipotenza e sopraffazione, come possono avere un equilibrio?!
Le donne, troppo spesso, devono correre per salvare se stesse e i propri figli, come accadeva nel mio sogno. Diventano anche le peggiori nemiche delle altre donne, perché non sopportano di vederle libere, quando loro non si permettono di esserlo.

Tutto questo può e deve cambiare.

Sappiamo già che il sistema è marcio e sta collassando e, come sempre, la differenza può farla solo la nostra consapevolezza.

Come faccio sempre, inizio da me stessa, cercando di comprendere quali messaggi mi ha mandato l’inconscio attraverso questo sogno.
Ogni personaggio del sogno rappresenta una parte di me, così ti lascio le domande aperte che sto facendo a me stessa, sperando che suscitino riflessioni anche per te!

Eccole qui ⬇️

– Quale parte di me corre avanti e vorrebbe trascinare gli altri con sé?

– Quale parte di me è ancora una bambina impotente, in balia degli altri?!

– Quale parte di me vuole salvare gli altri e soccorrerli?

– Cosa non riesco a vedere e capire?

– Che significato ha tutto questo nella mia vita attuale? 

Vuoi capire come è possibile trasformare la tua esperienza in modo da ottenere risultati diversi?