uomini bambiniUOMINI O BAMBINI?

Gli uomini che conosco (so bene che esistono uomini differenti, ma purtroppo quelli della mia famiglia sono così), quando accade qualcosa che non gli piace, iniziano a imprecare, urlare e bestemmiare. Si rifiutano ostinatamente di vedere le proprie responsabilità in ciò che succede, e rimandano al Creatore ogni addebito; per loro la legge di causa-effetto non esiste e non hanno la più pallida idea del fatto che le proprie azioni abbiano conseguenze per i decenni successivi. Guardano i propri figli maschi diventare come loro, e non si riconoscono, non vedono la duplicazione di sé che è avvenuta grazie al loro esempio. Vedono le loro mogli provate, sfinite, arrivare a non farcela più, e non capiscono il motivo, si domandano come mai LEI sia cambiata, mentre prima sopportava tutto.

In questo senso la frase “Dio sei tu” è azzeccatissima, poiché essi sono i creatori della propria vita, grazie alle proprie scelte, e al ritenersi immutabili e da accettare così come sono, perché non c’è alcuna necessità di migliorare se stessi, secondo loro. La responsabilità è esterna, ed esterno è il Dio a cui rivolgersi per imprecare; non li sfiora mai il sospetto di doverlo ringraziare per le cose buone perché quelle, si sa, sono dovute. A loro generazioni intere di donne hanno permesso di continuare così, perché affrontare le loro urla di bambini feriti metteva paura. Grazie a queste urla hanno creato sopportazione e obbligo a continuare nello stesso modo, poiché, un tempo, le donne non avevano alternative.

A questi bambini mai cresciuti è affidato il mondo; per orgoglio o lesa maestà potrebbero scatenare l’inferno, e ne abbiamo esempi evidenti in personaggi a capo di grandi nazioni.

TUTTO SI CREA NELL’INFANZIA

Nel libro “La persecuzione del bambino” (1) Alice Miller scrive: “Sulla base dei documenti disponibili non è difficile farsi un quadro dell’atmosfera in cui è nato Adolf Hitler. La struttura della sua famiglia si può descrivere come il prototipo del regime totalitario. Il suo unico e incontrastato signore, spesso assai rude, è il padre. La moglie e i figli sono completamente sottomessi al suo volere, ai suoi stati d’animo e capricci, e devono mandar giù, senza discutere e con animo grato, umiliazioni e soverchierie. L’obbedienza è la loro principale regola di vita…”  e dalla biografia di Hitler: “Il padre di Hitler era figlio naturale di una cuoca di nome Schicklgruber,…nonna di Adolf Hitler, prestava servizio in casa di un famiglia ebrea di nome Frankenberger…tra i Frankenberger e la nonna di Hitler intercorse inoltre per molti anni uno scambio di lettere, dalle quali risulta il tacito accordo degli interessati sul fatto che il bambino della Schicklgruber era stato generato in condizioni che obbligavano il Frankenberger a pagare gli alimenti.”.

Dunque una guerra mondiale è stata la conseguenza e la vendetta inconscia, pagata da milioni di ebrei, delle violenze del padre tiranno sul piccolo Adolf che, da adulto, urlava di notte i numeri delle frustate che era costretto a contare da piccolo.

LA VIOLENZA GENERA VIOLENZA

La violenza genera violenza; un Dio padre violento genera violenza nei suoi figli, che non riconoscono a sé la capacità di sganciarsi da quella violenza, e continuano a duplicarla.

Molti dicono che questa è la natura umana, perché conoscono sono quello.

In realtà non è così, andare oltre e lasciarsi alle spalle l’esempio terribile di un genitore, guarire le proprie ferite, rompere l’anello della ripetizione automatica di generazione in generazione è, non solo possibile, ma doveroso!

QUANDO DIO ERA FEMMINA

Come sai, io scrivo e parlo sempre della Dea Madre, che i nostri progenitori hanno onorato e venerato per trecentomila anni.

Una madre non manda in guerra i propri figli.

Una madre non ha tempo per imprecare e maledire, deve trovare soluzioni, deve sfamare i bambini; non li induce a mettersi uno contro l’altro ma li stimola a collaborare per il bene della famiglia e della comunità.

Quella che stiamo vivendo è una gigantesca mistificazione; negli ultimi seimila anni, miliardi di uomini sono stati condotti a combattere delle guerre e morire per arricchire pochissimi altri, che non vanno a combattere, ma ci mandano i giovani migliori.

Su tutto questo siamo invitati a riflettere, sempre di più. I prossimi anni saranno un’escalation mortale, che ci conduce direttamente alla fine dell’umanità, se non saremo in grado di assecondare il salto quantico per invertire la rotta, e salvare il salvabile.

E in questo, possiamo starne certi, c’è tutta la poderosa potenza del Risveglio che la Dea Madre ha chiesto alle Donne, che stanno facendo tutta la differenza di cui il mondo ha bisogno per sovravvivere.

(1) Alice Miller, “La persecuzione del bambino”, Bollati Boringhieri Ed.

 

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