Molti passano una vita intera a nascondere a se stessi la propria fragilità e vulnerabilità.

Le persone che si rivolgono a me vogliono trasformare ciò che le ha fatte soffrire e darsi, finalmente, l’opportunità di vivere una vita felice. Nella maggior parte dei casi si tratta di insegnanti, counselor, formatori, liberi professionisti, cioè donne e uomini che hanno a che fare con moltissime altre persone, o svolgono professioni d’aiuto.

Durante il percorso di Coaching, spesso dico loro che quello che stanno attraversando diventerà il loro insegnamento futuro. Anche se fanno fatica a credermi, mentre mi raccontano il loro dolore e la loro fragilità, io spiego che è proprio il fatto che ho attraversato il mio che mi rende credibile ai loro occhi, e capace di aiutarli.

Per lungo tempo la maggior parte di noi non è stata consapevole della sofferenza che ha vissuto e poi rimosso ma, a un certo punto, questa chiede di essere ascoltata.

MENTRE RACCONTI AGLI ALTRI, GUARISCI TE STESSO

fragilitàHo letto molte volte le storie di chi ha vissuto la guerra, e conosciuto l’orrore del campo di concentramento.

Nella maggior parte dei casi, una volta sopravvissuti e tornati a casa, essi hanno evitato, per decenni, di parlare di ciò che era loro accaduto. Solo nell’ultima parte della vita, ormai anziani, molti tra loro hanno deciso di rendere testimonianza di quello che avevano vissuto, mettendosi, anche, al servizio degli studenti nelle scuole, per raccontare quello che era avvenuto.

Quando insegni, o spieghi agli altri, accade qualcosa di magico dentro di te. Innanzi tutto, sei costretto a parlarne, a tirare fuori quello che avevi sepolto molto profondamente nel tuo inconscio. Raccontando, ti vengono in mente molte cose, rivivi emozioni e particolari che non credevi neppure di ricordare. Facendoli uscire, li consegni a qualcun altro, li porti fuori, e puoi sentire la comprensione di chi ti ascolta, e vedere la commozione nei loro occhi.

Non sei più solo, a custodire un segreto più grande di te; finalmente puoi condividere con qualcuno, che tu hai scelto, e fai del tuo meglio per spiegare ed essere capito.

Mentre lo fai, qualcosa dentro si scioglie, e ti senti più leggero, man mano che ti lasci andare alla narrazione, e lasci che fluisca da sé.

È una guarigione profonda, che si accompagna alla consapevolezza, e trasforma l’orrore in testimonianza attiva, affinché ciò che è avvenuto allora non debba ripetersi per altri.

LA CONDIVISIONE ALLEGGERISCE

fragilitàMolte vicende umane trovano oggi ascolto, quando per lungo tempo sono state nascoste e taciute. Basti pensare al movimento MeeToo, alle associazioni di ogni tipo che riuniscono persone che hanno vissuto traumi, abusi, violenze e/o ingiustizie.

Questa necessità di rendere manifesto ciò che è stato – a volte per secoli – indicibile, è una guarigione collettiva, che riguarda l’umanità intera. Così tanti orrori sono, adesso, sotto gli occhi di tutti; molti ancora non ci credono, preferiscono credere che siano fake-news, piuttosto che affrontare i mostri interiori che ancora non hanno voluto guardare.

LA TUA FRAGILITÀ DIVENTA LA TUA FORZA

Quando inizi a raccontare, spesso è un fiume in piena che esce dalla tua bocca, lasciandoti stupito e stranito.

Ma, quando metti al servizio degli altri quella che è stata la tua esperienza di vita, la tua fragilità e vulnerabilità, che finalmente hai avuto il coraggio di guardare e accettare, diventano una forza straordinaria, che ti fa fare incredibili salti in avanti.

Aiutare gli altri senza aver guarito le proprie ferite è solo un modo per cercare consolazione, per trovare qualcuno che ci dia quello che abbiamo bisogno. Invece, aiutare gli altri dopo aver sciolto e curato le proprie ferite è uno straordinario atto d’amore, di cui nutriamo noi stessi, e che condividiamo con coloro che abbiamo l’onore di accompagnare per un pezzo di strada.

Essere un esempio di come sia possibile sopravvivere alla sofferenza e, spesso, al dolore fisico, si accompagna alla meravigliosa scoperta della propria missione nel mondo, che diventa un modo di vivere intenso e pieno. Mettersi al servizio degli altri regala gioie continue, quando lo si fa dopo aver conquistato se stessi.

ESSERE TESTIMONIANZA

Ho scritto questo articolo soprattutto pensando a mio figlio, che, come bambino e poi ragazzo adottivo, ha vissuto molti episodi di razzismo, di cui ho un’idea, ma che lui non ha ancora mai raccontato a nessuno.

Come faccio raramente, gli girerò questo articolo, sperando che lo legga, e che possa rendersi conto che, prima o poi, raccontare è necessario, è doveroso, è liberatorio, è salvifico.

Quando DIVENTIAMO TESTIMONIANZA con la nostra vita, con il nostro Essere, che si è forgiato nell’attraversare le difficoltà che credevamo fragilità, siamo molto OLTRE LA RESILIENZA, poiché abbiamo raggiunto la maturità che permette di trasformare il mondo attraverso noi stessi.

È un traguardo bellissimo, soprattutto quando lo raggiungiamo ancora in vita, e non siamo un eroe o una eroina che vengono ricordati in occasioni speciali, ma portiamo ovunque la nostra luce, che illumina chiunque ne venga in contatto.

Il sopravvivere diventa VIVERE, e la consapevolezza e il livello di coscienza dell’umanità aumentano, anche grazie a noi.

Vuoi capire come è possibile trasformare la tua esperienza in modo da ottenere risultati diversi?