genitoriQuesto mese ti parlerò del PERMESSO DEI GENITORI, che è il secondo varco da cui dobbiamo passare per poter realizzare noi stessi, ed essere nel flusso della pienezza e dell’abbondanza della vita.

Nelle Newsletter di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio e Giugno ti ho parlato dell’ENERGIA DELLA GRANDE MADRE, del DEBITO DI RICONOSCENZA, del MOVIMENTO PRIMARIO,  della CHIUSURA DEL MOVIMENTO PRIMARIO, delle CAUSE DELLA CHIUSURA DEL MOVIMENTO PRIMARIO, e del PERMESSO DELL’ALBERO GENEALOGICO.

In realtà ho già scritto quasi tutto quello che riguarda ciò che dovremmo aver ricevuto dai nostri genitori, se sia nostra madre che nostro padre fossero stati connessi alla potenza dell’Universo che si esprime nella Grande Madre, e avessero avuto la spinta straordinaria del Movimento Primario.

Quello che mi rimane da raccontarti è in quanti modi qualcosa che non sappiamo può mantenerci distanti e sconnessi dalla pienezza della nostra esistenza.

IL PERMESSO CHE NON È UN PERMESSO

Innanzi tutto, voglio precisare che il “permesso” di cui parlo non è un benestare che dobbiamo ricevere dai nostri genitori rispetto alle nostre scelte, decisioni o stili di vita. È qualcosa che riguarda, piuttosto, i legami sottili e inconsci che ci tengono connessi a loro, e a ciò che è avvenuto a tutto l’albero genealogico. In questo senso, puoi arrivare ad attraversare il Secondo Varco anche se i tuoi genitori sono scomparsi tempo fa, se sei stato cresciuto da uno solo di loro, o, addirittura, se nella vita reale loro non approvano ciò che stai facendo.

Mi è capitato, poco tempo fa, di sentirmi dire da mio padre che ho scelto un lavoro sbagliato; eppure, quando sono entrata nella Time-Line, nella linea del tempo della mia vita, ho sentito immediatamente i miei genitori alle mie spalle, pronti a sostenermi.

Non è facile spiegartelo a parole, eppure ti posso assicurare che è possibile arrivare, grazie a un lavoro profondo dentro di sé, a sciogliere i lacci che ci mantengo agganciati ai retaggi del passato, e vivere un presente e un futuro appagante, malgrado le vedute antiquate dei nostri genitori. La conciliazione avviene dentro di noi, anche se fuori ancora non è manifesta, oppure non può manifestarsi, perché essi non ci sono più o sono ostili, per qualche motivo.

RICONCILIARSI CON I GENITORI

Riconciliarci interiormente con nostra madre e nostro padre significa, prima di qualsiasi altra cosa, riconoscere tutto ciò che hanno fatto per noi, dandoci tutto ciò che gli era possibile dare. Significa rendersi conto che non potevano darci ciò che non avevano neppure per se stessi, perché, a loro volta, non lo avevano ricevuto.

Di solito guardiamo sempre e solo ciò che manca, e restiamo intrappolati nella richiesta continua di ciò che non abbiamo ricevuto, cercando negli altri quello di cui abbiamo bisogno, perché non lo abbiamo avuto dai genitori. In questo modo perpetuiamo la catena della sofferenza, e accumuliamo delusioni su delusioni.

Anche i nostri genitori sono stati una bambina e un bambino a cui è mancato ciò che è poi mancato a noi. Riconciliarsi con loro vuol dire accogliere la loro parte più fragile e vulnerabile.

Iniziare a onorare e celebrare con gratitudine tutto quello che di buono c’è stato, cambia completamente il focus, e ci orienta verso la gratitudine, che spalanca le porte dell’abbondanza. Smettendo di creare la nostra vita da uno spazio di bisogno, cominciamo a creare da uno spazio di benedizione e pienezza, che possono solo ampliarsi e moltiplicarsi.

RICONOSCERE L’AMORE

Anche se non è stato completo e gratificante quanto avresti voluto, l’amore dei tuoi genitori è sempre stato presente. Spesso essi hanno cercato di dare ai propri figli quello che a loro è mancato, senza vedere quali fossero i reali bisogni del bambino che siamo stati.

Arriva un momento in cui dobbiamo saper riconoscere, in quello che ci è stato dato, l’amore che i nostri genitori hanno per noi, anche se non era quello che avremmo voluto.

L’amore è esistito, tra i nostri genitori, in misura sufficiente a chiamarci alla vita, e di questo dobbiamo essere riconoscenti e grati, sempre.

Nel caso in cui essi siano stati cattivi e terribili con noi, possiamo riconoscere che, se non avessero avuto la follia nella loro vita, ci avrebbero sicuramente amato, e la nostra nascita lo dimostra.

TROVARE LA DIREZIONE

Riconoscere il varco da cui siamo giunti alla vita, quello costituito da nostra madre e nostro padre, sentendoli alle nostre spalle, ci fa trovare la strada che conduce alla nostra realizzazione.

Smettendo di nutrire aspettative verso gli altri, perché ci diano quello di cui sentiamo di avere bisogno, iniziando a dare amore a noi stessi, scopriamo di poterci salvare da soli. La nostra vita terrena è la manifestazione dell’amore che dalla Fonte scorre fino a noi, e da cui possiamo farci attraversare, per fluire con essa.

Per poter crescere ed evolvere abbiamo bisogno di solide radici, che sono rappresentate dal passaggio attraverso cui siamo entrati nella Vita: i genitori e l’albero genealogico da cui proveniamo.

La sofferenza del passato va onorata, perché ci ha resi ciò che siamo ora; se lo riconosciamo possiamo ricevere forza e stabilità dalle esperienze che abbiamo attraversato, rendendoci pronti a seguire la Nostra Strada.

LA NOSTRA REALIZZAZIONE

La possibilità di vivere con pienezza si manifesta quando sciogliamo gli irretimenti dell’albero genealogico, e i legami che il PATTO INFANTILE ha creato con i nostri genitori.

Riconoscerci connessi all’Universo significa sapere che Esso attende da sempre di manifestarsi attraverso di noi, per realizzare la sua opera gloriosa. Lasciando andare la presunzione di poter salvare i nostri genitori dalla sofferenza, sacrificando noi stessi e la nostra vita, creiamo automaticamente infinite possibilità, che non erano previste dalla ripetizione meccanica delle situazioni vissute dai nostri avi.

Rinunciando al potere salvifico che abbiamo creduto d’avere, ci assumiamo l’onere della nostra felicità, che, per realizzarsi, richiede la guarigione delle nostre ferite. Quando rompiamo l’anello della coazione a ripetere apriamo le porte della realizzazione per noi stessi, e per la linea ascendente e discendente del nostro albero genealogico.

 LE VITE PERDUTE

Anche se non lo sappiamo, diverse anime potrebbero aver perso l’opportunità di venire al mondo, nella nostra famiglia, per degli aborti accaduti prima o dopo la nostra nascita.

Ci sono anche delle persone che vivono molte problematiche come conseguenza dell’aver avuto un gemello scomparso: un ovulo che, pur essendo stato fecondato insieme al nostro, non è riuscito a crescere nel ventre materno.

Molte rinunce inconsapevoli, o degli accumuli di risorse, accadono proprio per compensare quanto il gemello scomparso non ha potuto avere.

Per poterci pienamente realizzare dobbiamo portare nel nostro cuore anche queste anime, e dedicare i nostri momenti felici anche a loro. Vivere pienamente è il dono che possiamo fare alla loro anima, che saprà che stiamo gioendo e manifestando l’amore che portiamo nel cuore dedicandolo a loro.

GLI ERRORI DEL PASSATO

Molte cose sono accadute prima che diventassimo adulti, e diverse di esse ci hanno fatto soffrire. Nelle azioni dei nostri genitori, inconsapevolmente, si sono ripetuti degli schemi sbagliati, che abbiamo subìto con dolore.

A questo punto della nostra vita adulta possiamo comprendere che il loro comportamento può essere stato sbagliato, nonostante l’amore che i nostri familiari avevano per noi. Le azioni sono su una scala differente rispetto ai sentimenti; si possono compiere errori pur amando molto.

Avere consapevolezza delle ferite che si sono attivate in noi a causa del comportamento dei nostri genitori può essere uno stimolo molto potente per trasformare la sofferenza vissuta e, come ho detto moltissime volte, è possibile compiere questo miracolo. Se non sai come fare, sai anche che ci sono persone, come me, che stanno dedicando la loro vita ad aiutare gli altri a compiere questo salto quantico che – te lo assicuro – rappresenta la creazione di un Nuovo Universo, che nel tuo sistema familiare non esisteva. Come dico sempre, ne Vale la Gioia!

RESPONSABILITÀ PERSONALE

Abbiamo imparato ad assumerci responsabilità non nostre, fin dalla prima infanzia. Una delle Leggi dell’Amore di Bert Hellinger dice che, perché l’amore funzioni nel sistema familiare, i genitori devono fare i genitori, e i figli devono fare i figli.

Ci siamo caricati di molti pesi che riguardavano gli adulti, ed è tempo di restituirglieli. Non spettavano a noi, e quello che ci compete è chiederci CHI vogliamo essere e COME vogliamo esserlo, e poi cercare la strada per realizzarlo.

So bene cosa significhi avere un genitore infelice, che è stato costretto a vivere una vita che non voleva, per rispondere a esigenze non sue. Quasi sempre, nelle coppie, uno dei due soffriva di più, e si sacrificava, pur non avendolo scelto o deciso consapevolmente.

Una vita non vissuta è un grande peso, ma non spetta a noi dare ai nostri genitori quello che non hanno avuto, SE DOBBIAMO SACRIFICARE NOI STESSI per ottenerlo.

Possiamo solo realizzare noi stessi, e guardare come questo trasforma ogni cosa.

LA FEDELTÀ AI GENITORI

Quando qualcosa che desideriamo non si realizza mai è probabile che una parte di noi, inconsciamente, stia facendo in modo di restare fedele ai genitori, per non tradire il patto infantile stretto con loro. Diventare più felice di loro, o realizzare di più potrebbe voler dire, per questa parte, tradirli, e venire meno alle promesse fatte inconsapevolmente durante l’infanzia.

Non è facile riuscire a vedere questi meccanismi interiori e, in questo caso, è utile chiedere aiuto a qualcuno che sappia come trasformare gli schemi introiettati allora. Ci vuole umiltà e coraggio per riconoscere che è arrivato il momento di lasciar andare ciò che impedisce la nostra realizzazione, ma può essere l’unica soluzione.

Imparare a dire NO è importante, quando ci rendiamo conto che continuiamo a sprecare energia per qualcuno che non intende assumersi la responsabilità del proprio cambiamento. Se continuiamo a dire sì, probabilmente siamo condizionati dalla paura o dal senso di colpa, perché dire di sì dovrebbe sempre comprendere il dire sì innanzitutto a se stessi.

RICEVERE E ACCOGLIERE

Quando abbiamo dovuto rispondere, per quasi tutta la vita, alle richieste altrui, abbiamo grandi difficoltà a ricevere, perché probabilmente non siamo connessi al Movimento Primario e al flusso costante di doni che la vita riserva.

Imparare ad accogliere noi stessi, senza pretendere di essere perfetti, o dediti agli altri senza sosta, è una fatica immane per chi si è definito solo in quanto capace di aiutare o soccorrere gli altri.

La nostra Essenza è qui per manifestarsi e svilupparsi, per portare alla luce i propri talenti e realizzarli, e non possiamo farlo dimenticandoci di noi stessi.

È un compito speciale quello di trovare se stessi, e richiede un grande impegno che, prima o poi, dobbiamo decidere di assumerci. L’alternativa è riprodurre fedelmente la strada della sofferenza che abbiamo visto percorrere ai nostri genitori e, in età avanzata, avere la loro stessa insoddisfazione. Mi auguro che non sia il tuo caso ma, se lo fosse, questo è il momento di trovare la tua connessione con la magia dell’universo, per ricevere e accogliere ciò che ha in serbo per te.

INIZIARE CON UN PASSO

Come sempre, si può dire che “una strada di mille miglia inizia con un passo”. Se stai leggendo queste righe non è certo un caso, e forse hai già cercato in molti modi di trovare una via di realizzazione.

La mia conclusione è sempre la stessa: TUTTO È POSSIBILE! Devi solo scegliere di crederci e di renderlo reale per te stesso!

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Il Tema del prossimo mese sarà il Terzo Varco: il permesso personale!

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