NEL NOME DI MIA MADRE
È tempo di celebrare mia Madre, la sua esistenza terrena, e il suo volare in Cielo!
Il mese di dicembre è stato pieno di segni celesti, e sentivo chiaramente che qualcosa stava per accadere. Da più parti veniva indicato il giorno del Solstizio d’Inverno (21 dicembre) come il più significativo, per la congiunzione di Giove e Saturno, per l’apertura del nuovo anno solare, e per l’inizio dell’Era dell’Acquario.
Non avevo idea di come si sarebbe manifestato il cambiamento, ma la telefonata che temevo da lungo tempo è arrivata, pochi giorni prima. Mia madre ha lasciato il corpo, in modo improvviso, e – segno inequivocabile – il suo funerale è stato celebrato proprio il 21 dicembre. “Con la morte di tua madre si chiude un’epoca!” mi ha detto una lontana parente, e mai frase fu più veritiera!
Ho avvertito immediatamente che le Forze Superiori, che avevo pregato per anni perché rendessero la sua morte veloce e senza sofferenza, hanno agito in modo impeccabile: l’hanno sollevata e accolta tra loro, in modo rapido e – quasi – indolore. La sua paura della morte è svanita, poichè non ha avuto il tempo di rendersi conto di ciò che le stava accadendo.
Molto prima del dolore per la sua scomparsa è arrivata, in me, la gratitudine, per quella che mi è sembrata una benedizione: lei non meritava di soffrire, ed è stata abbracciata così velocemente, che la sua vita di sopportazione è stata premiata istantaneamente. Le ore successive sono state straordinariamente lucide e colme di comprensioni importanti. La sua azione di benedizione dal Cielo è stata così immediata, che diverse cose che sembravano fossilizzate si sono sbloccate di colpo.
LA MORTE RIEQUILIBRA LA VITA
La morte può riequilibrare la vita, mi sono detta.
Ne è parte integrante, e, a volte, con la sofferenza degli ultimi anni si scontano malefatte o errori; oppure, come nel suo caso, si entra subito in una dimensione di Luce. Non è una legge e non è sempre così, ma può accadere.
È ancora troppo presto perché io mi renda conto di cosa comporti questa unione, formatasi in Cielo, delle mie Progenitrici. E, nello stesso tempo, ho la certezza della mia Missione che contempla, tra le altre cose, principalmente la guarigione della mia ascendenza femminile.
Mia madre è stata l’ultimo anello di una catena che ha subito la mentalità patriarcale, che condanna le donne a un ruolo subordinato, e a subire le decisioni degli uomini, senza poter far valere la propria volontà.
Nel Nome di mia Madre ho l’obbligo di spezzare l’anello da me rappresentato, e, avendolo già fatto in precedenza, ora posso solo continuare sulla strada che ho intrapreso.
SU QUALE ENERGIA SI BASA LA TUA VITA?
Ho visto uomini crollare come sacchi vuoti, non appena la figura femminile con cui erano legati ha scelto di separarsi o – come nel caso di mia madre – è morta. Quella che sembrava la parte più debole, era invece quella che nutriva e dava sostanza all’ego dell’altro, che non poteva stare in piedi da solo. Uomini come bambini mai cresciuti, ché hanno sposato la loro mamma, e sono stati da lei giustificati e aiutati a restare bambini.
Per una donna sottrarsi dall’obbligo di sostenere il proprio partner nelle sue scelte, pur non condividendole, è stato per millenni un tabù, una scelta quasi impossibile, condannata da pesantissimi sensi di colpa, oltre che da tutta la società. Ma sempre più donne la stanno compiendo, spesso rischiando pesanti conseguenze, a volte pagando con la propria vita e quella dei propri figli.
CREARE NUOVI PARADIGMI
Nel Nome di mia Madre, e di tutte le Madri prima di Lei, posso essere d’aiuto o dare conforto a un uomo, ma non posso rinunciare a me stessa, a ciò che è importante per me, alla mia vita e alla mia salute, per sostenerlo. Dobbiamo tutti imparare a stare in piedi da soli, per quanto sia doloroso e faticoso, restando umani, compassionevoli, ma senza succhiare energia vitale da un altro.
Non ci sono precedenti, per cui dobbiamo creare da sole questa nuova condizione, in cui rispettiamo noi stesse, e riusciamo a farci rispettare.
SCEGLIERE LA GIOIA
Ho sentito, nuovamente, la sensazione d’essere io quella sbagliata, ma in modo molto sottile e fuggevole. Ma non sono più quella che ha bisogno d’essere la più brava, che sceglie la via del sacrificio, che rinuncia alla gioia per abbracciare il “mal comune mezzo gaudio”. Ci deve essere spazio per me stessa, in questo nuovo inizio, in questa Era rivoluzionaria, altrimenti non ci sarebbe nulla di nuovo.
Troppo dolore abbiamo da trasformare, troppe vite spese senza gioia, come quella di mia madre.
Sentire che la morte di mia madre è stata, per lei, come una sorta di liberazione dai pesi terreni, è stato un Dono. Sapere che sta volando leggera, senza più obblighi verso nessuno, è un conforto infinito. E io, Nel suo Nome, e in quello di tutte le Progenitrici, prendo l’impegno di vivere pienamente la mia vita, creando il paradiso terrestre a cui sono/siamo destinate. Perchè, in questo momento, sono io l’unico motivo per cui Loro sono esistite, per permettermi di arrivare in questo paradiso. Attraverso di me, anche Loro verranno accolte, e la Loro Anima potrà accedere a una vita più felice.
Continuo il mio cammino, portando mia madre con me, nel mio cuore, dove Tutto può ancora accadere!
Vuoi capire come è possibile trasformare la tua esperienza in modo da ottenere risultati diversi?
Dolce e forte Valeria ti ABBRACCIO💝
Grazie per questa lettera che mi porta il pensiero anche alla mia mamma che ha lasciato questa vita 14 anni fa appena sessantenne dopo piu’ di trent’anni di malattia Io ricordo e spesso pensavo vedendo lei in carrozzina e in difficolta’ ormai a deglutire( sclerosi multipla) se si fosse ammalata di altro cosa si avrebbe fatto tutto era piu’ difficile, ma per anni e’ stata in equilibrio e stava bene a parte questa malattia che ogni giorno le toglieva la forza, la parola Lei e’ cambiata con la malattia diventando meno rigida in uno stato di accettazione soprattutto negli ultimi 4 – 5 anni La morte poi l’ha portata con sé a nuova vita in un mese e io come figlia in quel mese mi sono preparata a lasciarla andare consapevole che avrebbe trovato una vita migliore ho provato una grande pace la sera che ha lasciato il suo corpo una pace un sonno ristoratore Ho lasciato che andasse perche’ volere che lei rimanesse non mi sembrava giusto Avevo poco piu’ di trenta anni a mio modo mi ero presa cura di lei anche se negli ultimi anni avevo scelto di uscire dalla famiglia per essere una Donna indipendente e per crescere perche’ avevo capito dopo l’ insorgenza del diabete 1 per me era importante lasciare casa pur essendoci Sono stata poco figlia e sono dovuta crescere in fretta a volte ho visto il dolore e la disperazione di mia madre mi sentivo indifesa e piangevo e avrei fatto qualsiasi cosa perche’ lei si calmasse perche’ potesse stare meglio Io ora sto facendo il mio percorso ogni malattia viene a noi per nsegnare qualcosa per me e’ stata la molla per prendermi cura di me per lasciare quella situazione per dare amore a quella bambina.
Grazie mi son sentita di scrivere la mia personale esperienza
Quanto sento anche mia questo tuo scritto Valeria! La stessa cosa che ho provato e che provo oggi dopo che mia madre è volata im.cielo ormai 4 anni fa. Hai spiegato perfettamente ciò che penso e per cui mi impegno ogni giorno. Per me, prr mia madre mia nonna e per tutte le donne che non hanno potuto vivere appieno la loro vita come avrebbero voluto o cmq meritato. Grazie!