nutrire gli altri energiaCosa significa nutrire con la propria energia gli altri?

Durante la mia solita camminata al parco qualcuno, poco lontano, attrae la mia attenzione. Una donna con una bambina per mano, che parla con un uomo; sono uno di fronte all’altra, quando lui alza la voce, ed esclama: “Bastarda, vattene via, se no ti ammazzo!” e poi si volta e si allontana in fretta. Guardo le due donne, rimaste sole, che si allontanano, in direzione opposta, e m’immagino che l’adulta stringa a sé la bambina. Inevitabilmente mi ritrovo a chiedermi cosa si siano detti; forse una coppia già separata, forse in via di separazione; mi resta aperta la domanda di cosa spinga un uomo a reagire così pesantemente davanti a una piccola di quattro o cinque anni.

Pochissimi si rendono conto di come nutrono gli altri con la propria energia, e di come hanno, a loro volta, bisogno dell’energia altrui. Un uomo o una donna che non hanno risolto le proprie ferite infantili, hanno bisogno di qualcuno accanto, per non sentire il vuoto che hanno dentro; avere un partner dimostra al mondo (e a me stesso) che esisto e merito amore e attenzioni.

VAMPIRI ENERGETICI

Il dramma che esplode quando una relazione finisce rivela che non finisce solo una storia (che, magari, non esisteva più da tempo), finisce il nutrimento energetico che uno dei due dava all’altro. La maggior parte delle persone sono ancora dei bambini mai cresciuti, che sono riusciti a dare un valore a se stessi solo quando si sono legati a qualcuno, spesso un partner con la stessa energia che aveva la madre o il padre, a cui si è ancora agganciati, perché non si è ricevuto dai genitori quello che serviva per crescere sentendosi amati.

Intere esistenze stanno in piedi solo grazie al nutrimento energetico che arriva dall’esterno, per questo, a volte, la reazione è così tragica, e assume toni deflagranti, perché se l’altro si sottrae alla sua funzione, non resta più niente a sostenere chi rimane solo. Improvvisamente le sensazioni sopite di rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia, sepolte nell’inconscio, si manifestano alla coscienza, con un carico terribile di sofferenza, che esplode, e può fare gravi danni.

Una separazione, un lutto, ed ecco apparire il vuoto irrisolto, e tutta la vita perde di significato, e chi rimane è perso, annullato, inesistente. Accade con il partner, ma anche con i figli che se ne vanno di casa, con un genitore che muore, con gli animali domestici che, spesso, servono proprio a riempire quel vuoto. Non finisce solo la relazione con la persona, finisce tutto!

In questi casi possiamo dire – senza sbagliare troppo – che tutti i riferimenti della persona che rimane erano esterni a sé. Con questo non voglio dire che non si debba soffrire per la perdita di una persona cara, intendo, piuttosto, che se si è già riempito il proprio vuoto (perché si può farlo solo da sé!), sarà sicuramente più semplice continuare la propria vita, elaborando il lutto, ma non sentendosi morire a propria volta.

Quello che mi è apparso chiaro è che, oltre ai colpi di coda del patriarcato, che non vuole riconoscere alla donna la sua libertà di scelta e di vita, ciò cui bisogna guardare è anche il fatto che, inconsapevolmente, nutriamo gli altri con la nostra energia, e nessuno accetta che questa gli venga sottratta senza sentirsi defraudato.

ENERGIA VITALE

Anche in questo caso, si tratta di prendere coscienza di ciò che abbiamo creato, di come abbiamo avuto bisogno di sentirci bravi e indispensabili, e abbiamo lasciato che gli altri si dedicassero ad altro, forti del nostro sostegno dietro le spalle, senza renderci conto di quello che stavamo facendo a noi stessi.

Interi imperi si basano sull’energia che una moltitudine offre a chi li ha fondati; fondazioni e comunità servono a nutrire energeticamente chi le ha ideate; quanto più è grande quello che viene realizzato, tante più persone contribuiscono a mantenerlo in vita. Non sto parlando di lavoro o dedizione (non solo!) sto parlando di ENERGIA PERSONALE che, anziché essere utilizzata per creare la vita che corrisponde a chi ne è dotato, viene dispersa in mille altri modi.

Una società malata, come la nostra, si regge solo perché miliardi d’individui sono irretiti al punto da aver consegnato il proprio potere personale e la propria energia ai vampiri che se ne nutrono. In cambio, essi ricevono l’ILLUSIONE di essere utili, riconosciuti, di avere un ruolo e un significato.

Chi ha compiuto un cammino di conoscenza di sé, riconosce queste trappole, e ne resta lontano. Evita di consegnare se stesso a una professione, a un tipo di lavoro, a una persona che ama, ai propri figli, a un ideale, a una religione, a una o più dipendenze, di qualsiasi tipo.

Conoscere se stessi, essere se stessi, amare se stessi: questo è l’A,B,C, come i filosofi hanno riconosciuto millenni fa. Compiendo questo per sé, si diventa capaci di conoscere gli altri, comprendere a quali meccanismi inconsci sono soggetti, come potrebbero diventare se stessi, e amare se stessi. Solo a questo punto è possibile che si manifesti l’Amore Vero, quello che non si nutre dell’energia altrui, ma si regge sulle sue gambe, e inizia a diffondersi nel mondo.

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