abbondanzaSiamo arrivati alla quinta puntata del ciclo di articoli sull’ABBONDANZA, e oggi ti voglio parlare di CONSAPEVOLEZZA e VERITÁ.

Come già ho detto, secondo me connettersi al flusso dell’ABBONDANZA è possibile solo lasciando andare le corazze che abbiamo creato a nostra difesa, per poter accedere alle qualità che già possediamo, che ci hanno caratterizzato fin da bambini. Negli articoli precedenti ti ho parlato di:

Anche di VERITÁ e di CONSAPEVOLEZZA ho scritto molto, ma ora voglio parlarti di cosa significhi incontrarle dopo aver tolto la corazza che ci protegge.

CONSAPEVOLEZZA

Come saprai la nostra personalità si è creata attorno alle ferite della prima infanzia, modellando quelle che già possedevano i nostri genitori, grazie, quindi, al loro esempio, e alle “catene” che abbiamo ereditato inconsciamente. Negli oltre vent’anni in cui ho frequentato corsi e percorsi per aumentare la mia consapevolezza, ho conosciuto molte persone che compivano grandi sforzi per essere nel Presente, chi attraverso delle pratiche particolari, chi attraverso la meditazione, chi attraverso discipline olistiche di vario tipo. Così ci hanno insegnato i Maestri In questo consiste la Consapevolezza, a stare nella Presenza.

Dopo un decennio, ho iniziato a frequentare corsi di altro tipo, in cui il lavoro sul corpo era centrale, e il lasciar andare la propria corazza necessario. Grazie a questi nuovi percorsi ho notato la differenza tra ciò che ero e ciò che potevo essere lasciando andare la mia corazza che è, anche e soprattutto, fisica, corporea, non solo mentale. E ho anche notato la differenza che separava coloro che continuavano a “limitare” la loro Ricerca al praticare la Presenza, senza scalfire minimamente la propria corazza, senza neppure sapere d’averla.

La pratica spirituale può essere una bellissima facciata, e costituire una corazza ben dissimulata, per mostrarsi soavemente buono, mantenendo attive parti importanti dell’ego – di cui non si è per nulla consapevoli – per avere apprezzamento, per nutrire la propria vanità, per dissimulare degli scopi per niente nobili.

Togliersi di dosso gli strati di difese e resistenze (fisiche, mentali, emotive), che costituiscono la personalità, permette di accedere alla propria VERITÁ e a una CONSAPEVOLEZZA molto più profonda – perché si sono attraversati più livelli –che non restando solo (anche se è già tanto!) nella Presenza! Conoscere chi sei davvero è qualcosa che non appartiene solo alla mente, ma anche alle emozioni, alle sensazioni, alle percezioni, al corpo, all’Essenza e all’Anima.

Quando togli gli strati superficiali, incontri la tua parte più fragile e vulnerabile, incontri il Bambino che sei stato, con tutte le sue paure; incontri i mostri che stanno nascosti nel tuo lato più oscuro, la capacità che hai di fare del male, di manipolare gli altri per tenerli legati a te, il menefreghismo, l’insofferenza, l’egoismo che ti fa istintivamente pensare e agire solo a tuo vantaggio. Oltre la corazza c’è questo e, probabilmente, molto di più; ci sono anche i nostri pregi, i valori, le virtù, la capacità di sacrificarci e compatire gli altri, ma tutto quanto è aggrovigliato e attorcigliato, per cui una splendida capacità di sacrificio può nascondere la voglia di mettersi in risalto o attrarre attenzioni, senza che tu neppure te ne accorga.

Dove sta la tua VERITÁ? È davvero possibile scoprirla?

Quello che so è che, più ne siamo distanti, e più rischiamo di non essere nel flusso dell’ABBONDANZA, poiché esso scorre veloce e libero quanto più siamo vicini a noi stessi, ai nostri talenti, alla Missione di questa Vita. E, se non abbiamo consapevolezza riguardo a noi stessi, come facciamo a sapere quali essi siano?

Oltre la corazza c’è la percezione di ciò che ci corrisponde, dentro la corazza ci sono varie idee e schemi di pensiero che abbiamo ereditato, che potrebbero indurci a credere che l’abbondanza sia vivere in un residence con piscina a Miami, mentre la nostra Essenza desidera solo stare su una barca in mezzo al mare, o in una baita di montagna. Per stare in quel residence ci servirebbero milioni di dollari e, non avendoli, potremmo credere di essere in una perenne condizione di mancanza; mentre stando in mezzo al mare potremmo sentire l’immensità dell’acqua che ci circonda, l’infinità delle stelle sopra il nostro capo, o la meraviglia dei miliardi di sfumature di verde che ammireremmo dalla baita montana.

La verità, la consapevolezza, l’abbondanza, sono percezioni soggettive; non esiste una soddisfazione “standard” che vada bene a ognuno: incontriamo così tante persone insoddisfatte, anche se sembrano avere “tutto”, e dovremmo capire che solo conoscendo la nostra Verità più profonda possiamo dirigerci verso ciò che può realmente renderci felici.

Qualcuno paragona questa Verità allo spogliarci dalle superfici che ci rivestono, come una cipolla a cui si tolga uno strato per volta, sempre più all’interno, fino ad arrivare al nucleo centrale.

Non tutti sono disposti a disfarsi di così tanti rivestimenti, eppure è solo essendo leggeri e senza maschera che si può percepire l’incessante, ricco, continuo, scorrere del flusso vitale, che è così abbondante da raggiungere ogni vibrante cellula esistente sul pianeta.

In quel flusso, infiniti miracoli sono possibili!

 

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